La Via dei mulini ad acqua del Casentino comprende alcune strutture ancora funzionanti o interessate da particolari progetti di recupero o valorizzazione promossi dai singoli proprietari. Il mulino quale punto terminale di importanti cicli di lavorazione come quelli del grano e della castagna ha rappresentato da sempre un nodo produttivo di primo piano per la società pre-industriale e un luogo di scambio e veicolazione di idee. Costituisce un viaggio nel tempo, nella storia della tecnica, alla riscoperta di luoghi suggestivi, di architetture tradizionali, di antiche sapienze ma anche dei prodotti derivanti dalla molitura. Negli scatti il Molin di Bucchio e il Molino Grifoni. Il primo risale al XIII sec. e ha funzionato fino al 1960. L’interno non ha subito trasformazioni ed ha mantenuto tutto il fascino del tempo che fu. Situato lungo la strada provinciale 556 che da Stia conduce a Londa, Molin di Bucchio è tra i più antichi mulini dell’intero territorio Casentinese. Appartenuto ai conti Guidi di Porciano, oltre all’attività di molitura portata avanti dalla famiglia Bucchi per oltre 700 anni, Molin di Bucchio è stato anche sede di un’importante troticoltura. Al Molino Grifoni le ruote idrauliche vengono, tutt'oggi come secoli fa, mosse dalle limpide acque del torrente Solano. Nel secolo XIV era di proprietà pubblica, poi nel 1696 fu venduto alla famiglia Grifoni, insieme ad un lanificio situato nel paese, che sfruttava le acque del molino.